ASKA EDIZIONI

LA CASA DEGLI STRANI. ALMANACCO DI RACCONTI ANNO 2020

€15

L’Almanacco La casa degli strani raccoglie venti racconti di altrettanti autori, suddivisi in sei blocchi anagrafici e accoppiati, unitamente a delle illustrazioni, ad altrettanti mesi dell’anno. Nei limiti di un libro, che non intende essere esaustivo, lo scopo è quello di tracciare un percorso generazionale che tenta di documentare la trasformazione avvenuta nel racconto realistico da fine Ottocento ai giorni nostri. Autori molti diversi tra loro anche nello stile, se pensiamo a Lord Spleen di Giovanni Faldella, maestro della scapigliatura piemontese, antimanzoniano per eccellenza, e a Il marchese di Romano Bilenchi, che invece di Manzoni era un vivace estimatore. Tra gli altri, Un gallo, di Nicola Lisi, traccia invece - nelle pieghe degli archetipi della cultura contadina del secolo scorso - un sentiero pieno di magica ironia. Il tenore, di Sebastiano Vassalli ci fa tornare al periodo della prima guerra mondiale, ricordandoci, nella storia di un portatore di ordini che in missione si mette a cantare brani dalle opere liriche, le mostruosità di ogni guerra e l’importanza, alla fine - contro tutto e tutti - di uscirne vivi. Insieme a lui, anagraficamente ci sono Gabriella Maleti e Filippo Nibbi. Si affiancano ai sopra citati due scrittori forse poco conosciuti, ma di indubbio valore come Sirio Giannini, con La donna grassa, e Rolando Viani con Molto Freddo, questo un inedito recuperato dai suoi scritti conservati presso il ‘Centro per gli studi della tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia’. Una sezione è invece riservata agli autori nati negli anni Cinquanta del Novecento, come Angelo Australi, Alessandro Franci, Claudio Piersanti e Giorgio van Straten, e un’altra ai nati tra gli anni Sessanta e Settanta: Sauro Venturini Degli Esposti, Laura Del Lama, Francesco Luti, Alessandra Martina e Lorenzo Mercatanti. E poi pagine di memorie, come possiamo considerare i testi di Alberta Bigagli, Sara Russell, Francesco Romiti, ed il breve brano di Pier Antonio Quarantotti Gambini, tratto da Neve a Manhattan, resoconto diaristico di un di viaggio negli Stati Uniti fatto nel 1939, che è lì a ricordarci quanto il razzismo fosse assurdamente radicato nella società americana benpensante di quegli anni.

A cura di Angelo Australi, Giuseppe Baldassarre, Fabio Flego.

Collana: Monografie - Pagine: 144 - Formato: cm 13,5x21

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