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LE CITTA' VISIBILI. LO SPAZIO URBANO NEL CINEMA DEL NEOREALISMO

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Sorta di stella cometa dall’intensa luminosità seppur dalla vita breve, il fenomeno neorealista ha attraversato il firmamento cinematografico postbellico, trovando nella scoperta del paesaggio uno dei suoi codici espressivi più evidenti e innovativi. Paesaggio rurale ma soprattutto urbano, che diviene, del cinema non solo neorealista ma anche di quello più popolare che da esso è influenzato, lo scenario canonico, il cui ruolo, pur celato talvolta tra le pieghe delle storie, appare tematicamente centrale, partecipando al delineamento di quell’aspetto di spiazzamento violento di cui la poetica neorealista è foriera. Reale e ripresa dal vero, la città diviene un “materiale” morale e psicologico, luogo in cui viene soprattutto messo a fuoco un agglomerato umano e sociale di miseria e di disperazione entro cui si svolgono le vicissitudini dei personaggi. In un paese su cui si proietta, dopo l’orrore bellico, l’ombra cupa della miseria, della disoccupazione, della solitudine, la città diviene un punto di osservazione privilegiato dal quale è possibile perlustrare fenomeni e processi sociali. La città è la cartina di tornasole con cui osservare le lacerazioni, materiali quanto morali, che si sono prodotte nel tessuto sociale; è la provetta nella quale sono racchiuse dolorose e sofferte vicende umane, emblematiche nella loro normalità; è la lente di ingrandimento attraverso cui esplorare gli sconquassamenti, geografici e interiori, che la guerra ha causato ed evidenziare quegli squilibri sociali che proprio nell’organismo urbano, nel suo sviluppo abnorme e classista concretato dalla politica fascista, appaiono più marcati. Negli ambienti urbani, in uno scenario naturale pieno di rovine e macerie, si compiono i difficili tragitti e si svolgono le drammatiche vicende di ingegneri comunisti braccati dai nazisti e partigiani, donne del popolo e parroci antifascisti, scugnizzi che rubano le scarpe ai soldati americani e sciuscià, prostitute e infermiere inglesi, ladri di biciclette e barboni “miracolati”, clandestini e monelli, banditi reduci di guerra e vecchi costretti alla sopravvivenza con le diciottomila lire al mese di pensione.

Autore: Franco Vigni

Collana: Viaggio in Italia - Pagine: 240 -Formato: cm 17x24

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